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Freddo dentro

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Dall'alto della rocca di Volterra scruto l'orizzonte infinito, il mare sconfinato a sud, macchiato di isole sparse, le alte montagne a nord, farcite di candida neve, ed io, nervosamente, passeggio sulla piazza, indeciso tra il noto e l'ignoto, tra la terra e il mare, in questa fredda mattina dove un pallido sole sfiora, come una carezza, la mia pelle, ma non raggiunge il cuore, perduto nel gelido deserto, dove vago pellegrino, in cerca dell'Amante nascosto tra le vette, e come misero pettirosso sul corrimano di quella terrazza, batto le mie piccole ali e grido forte al cielo, il nome dell'Amato, perduto nell'eco dei suoi sospiri per me.

Paura

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Sono giorni che sento il ticchettio dei tuoi tacchi, a spillo, dietro le mie spalle, mentre segui le mie orme, mentre assedi la mia vita. Sento il soffio, freddo, del tuo respiro sul mio collo, mentre i brividi raggiungono il mio cuore. Paura, sorella carnale della Morte, bussi forte alla mia porta, inutile spegnere le luci, nascondersi sotto il letto di bambino, nulla passa in questo infinito campo di ulivi, un ultimo sussurro divino, prima dell'umana follia.

Poeta

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Poeta è chi vive di silenzio anche quando intorno a lui è solo rabbia. Poeta è chi, vicino a una finestra, getta giù il suo cuore, per essere calpestato, incompreso, appeso. Poeta è chi osserva le punte dei pini, sulla cresta della collina, ondeggiare al soffio del vento, la sera. Poeta è vivere la notte, scrutando tra le sue pieghe insonni, scovando se stesso e gli altri nell'oscurità profonda. Poeta è chi vomita il suo pensiero addosso al conformismo, grida a voce alta perché ripieno di passione per l'altro, poco ascoltato e mai capito. Poeta è chi passeggia nel bosco, sfiorando le foglie a terra, l'erba, per non disturbare quella poesia vivente e il suo respiro, cercando nascosto il suo nemico. Poeta è chi naviga per mare, perché tra le onde vede arrivare da lontano il suo nemico, onestamente. Poeta è chi nonostante tutti i tradimenti ha innalzato un altare al perdono, senza il quale, ha capito, nulla può nascere né vivere. Poeta è chi ha imparato a condannare se stesso

Specchio notturno

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Il vento cattura i tuoi capelli come la passione il mio cuore, e si increspano di schiuma le onde del mare, nell'ombra della sera, formando cicatrici d'acqua, profonde, sulla mia anima, perché tu non puoi, risplendere, così come sei, nessun sole sarebbe così luminoso, ai miei occhi, e solo riflesso nella luna posso vedere senza morire, e a quella tenue luce, impropria, immaginare il tuo volto.

Affogare di Te

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Mare profondo in me, notturni lunari lo rischiarano alla mia vista, debole, al mio palpito sussurrato, per non svegliare sentinelle, nemiche, sulla mia vita, ruotano come macchie sulla camicia buona. Essere me, per un momento, un istante, poter conoscermi nel profondo, per cui scendere la notte, profonda come quell'oceano, infinito, e bevendone a pieni polmoni, affogare di Te.

Abitato

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Abitato da Te che abiti dentro me, in silenzio, ed io cerco e rovisto il cuore e le mie pene, per trovarle nascoste, strette, tra le tue braccia.

E tu mi dici.....

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E tu mi dici di combattere, mentre, stanco, mi trascino in questo mondo, e come novello Don Chisciotte, cerco pale roteanti, su cui infrangere la mia penna, cadere a terra e lasciar sgorgare, come sangue sulla nuda terra, amore, come seme morente in un ultimo sospiro.

Dietro i tuoi occhi (a Simona)

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Occhi grandi, come portali di cattedrale gotica, spalancano la via al tuo cuore, in fondo alla navata della tua anima, mentre entro e ammiro tutti i tuoi capolavori, i doni di Dio per te, ai lati del cammino e corro, avido, per vedere te.

Attendo notizie

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Certi giorni cammino a stento, tastando l'aria innanzi a me, con la punta delle dita di braccia, allungate in questo buio di dubbiose domande, la gola secca tra canti e preghiere, salmodie lontane, mentre aspetto dal postino, risposta certa da te.

L'avaro

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Non basta, mai, ancora, di più, di più, voglio di più, sali ancora, sali tu dici, perché chi non sale non vale, e allora corri, procedi, perché io voglio, voglio da te sempre più, afferra e stringi, stringi le tue mani, chiudo i pugni intorno al vuoto della vita, perché essa è nulla se non sai rinunciare, se non sai donare, donare te, all'altro, sempre, perché alla fine l'avaro di se, muore sempre solo, nemmeno se.

Parto d'amore

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Mezza luna e mezze stelle questa sera, mezzo bicchiere, pieno, come vergine fresca, mentre nuoto dentro bottiglie aperte per me, raggiungo il tuo porto, la mia mano scivola su cosce marmoree, un brivido che genera amore, e un parto, condito, di solo dolore, attimi di piacere, brevi, nel nostro comune ventre spirituale. Nascita.

Bottiglie vuote

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Notte, stanze vuote, bottiglie in fila sul tavolo, in terra, come soldati al fronte, vuote, brividi di freddo, una fitta, improvvisa, al cuore, una foto di te davanti i miei occhi, oceani di lacrime in tempesta, tendo la mia mano ma tu non sei più qui, afferro solo l'ultima bottiglia, la vuoto, e con essa, il mio cuore, colmo.

Volevo volare

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Volevo solo alzarmi in volo e mi sono sdraiato su di te, e ti ho baciato, la bocca, nel sonno, e ti ho chiamato, ma tu non hai aperto i tuoi occhi, le tue ali, ed io sono rimasto accanto a te, cantando lente filastrocche.

L'amore oltre

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Sento lontano i battiti del vostro cuore e il frastuono di lacrime che precipitano dai vostri occhi come cascate d'amore, perso. Dolore, profondo, qui al centro del mio petto, come dardi, i vostri sospiri, si piantano nel mio cuore, e sgorga un sangue rosso. Ci sono amori senza futuro, senza una storia, come splendide falene notturne, bruciano al fuoco della loro stessa passione. E restano solo fiumi di lacrime a lavare la cenere, quello che resta, a bruciare sulle ferite, ma su tutto rimangono soltanto insondabili cicatrici.

L'amore oltre

Sento lontano i battiti del vostro cuore e il frastuono di lacrime che precipitano dai vostri occhi come cascate d'amore, perso. Dolore, profondo, qui al centro del mio petto, come dardi, i vostri sospiri, si piantano nel mio cuore, e sgorga un sangue rosso. Ci sono amori senza futuro, senza una storia, come splendide falene notturne, bruciano al fuoco della loro stessa passione. E restano solo fiumi di lacrime a lavare la cenere quello che resta, a bruciare sulle ferite, ma su tutto rimangono soltanto insondabili cicatrici.

Sulle orme di nuove sorgenti

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Ci sono sentieri, troppi, in ciascuna anima, ci sono porte, a volte aperte, a volte serrate, ho spalle possenti ma indolenzite dai traumi di una vita. Persone che indicano paradisi promessi, ma io vedo solo un unico grande inferno, che vaga come circo, su questa terra. Amore, quanti cercatori di amore ho incontrato sulle mie strade, quanti miseri assetati come me, e la mia borraccia, troppo piccola, vuota, qui nel mio petto. Sento, lontano, il frastuono di acque profonde, sento l'odore dell'acqua nell'aria, e mi precipito per riempire questa inutile piccola borraccia, e spero soltanto di irrigare ancora una volta i prati fioriti delle nostre anime.

Resto qui

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Ma dove siete andati, dove siete andati tutti, ormai sono anni che mi avete lasciato solo a camminare per le strade di questo mondo, è vero, sarei dovuto essere lì, anche io, con voi, ma per qualche errore o misterioso piano, sono qui ormai da oltre venti anni, e mi sono chiesto spesso perché, ma nessuna risposta ho trovato nel mio profondo, ho deciso solo di vivere il tempo che ancora mi resta, nel ricordare voi, ricordare agli altri, ai distratti che i nostri giorni sono gemme preziose, rare, e di ciascuna ci verrà domandato un tornaconto.

Il bambino della luna

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Bambino della luna, ti vedo ogni notte giocare tra i miei ricordi, mille salti, mille risa, mentre corri tra gli ostacoli dei miei sogni, ricorrenti, penso ogni giorno a te, e tu, immancabilmente, ogni notte vieni a me, salutando con la tua piccola mano, da lontano, lassù in alto, mentre io mi nascondo dietro a un fiume di lacrime amare.

Avevo chiuso le porte

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Avevo chiuso le porte del mio cuore, ma tu le hai scardinate con una dolce cantilena di grilli notturni, e due dolcissimi occhi di volpe. Grazie di esserci, sempre, di correre da me, ogni volta che, innalzo al cielo, i miei tremori silenziosi, tu precipiti qui, ma poi scompari, nuovamente, ed io mal fermo, su queste deboli gambe, continuo questa salita per irti sentieri, incorniciati in scoscesi dirupi di montagna, verso vette sconosciute, nascoste.

Hay días ( Ci sono giorni )

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Hay días que los navegantes solitarios ¿Cómo viejo lobo de mar, a la caza de Moby Dick banda de rodadura y se asomó océano infinito completa de mis lágrimas, lugares en los que sólo Que puedo hacer, hacer, Oigo sus voces, amigos lejanos que me llaman a las costas de seguro, pero no puedo llegar por elección, expiación, Que acabo de decir desde la cubierta mástil, la camisa abierta y poner fin a una distancia mi pequeño corazón. Traduzione: Ci sono giorni che navigo solitario, come vecchio lupo di mare, in caccia a Moby Dick, percorro e scruto oceani infiniti colmi delle mie lacrime, luoghi dove solo io posso arrivare, scendere, sento le vostre voci, lontane, amici che mi chiamano verso lidi sicuri, ma io non posso arrivarvi, per scelta, per espiazione, posso solo, dall'alto della tolda sull'albero maestro, aprire la mia camicia e porvi da lontano il mio piccolo cuor e.

Riflesso di me

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Riflessi di luce, notturna, tra minuscole onde, lambite da una finissima nebbia, come un lieve zucchero a velo, questa notte, nel mare buio della mia anima, riflessi di me, profondi, nascosti tra picchi sommersi, da occhi che scrutano avidi di sapere, conoscere, ed io, scappo, lasciando soltanto una debole scia di sospiri d'amore.

Oggi non muoio

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Avrei voluto essere tante cose, ma le mie scuse non sono servite mai a niente, forse dovrei tornare indietro, per dare un senso alla mia vita, dovrei volteggiare, paziente, come gabbiano sul mare, ma nonostante questo, riesco appena a tenere chiusi i miei sensi di colpa, e seduto in questo bar, tra tante persone, a bere ciascuno le proprie lacrime, e fu così che un giorno me ne andai verso quel mare, sulla scogliera, a cercare il mio passato, ma al mio arrivo ho capito che era ancora tempo di amare.

Scendi nei miei occhi

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Non importa che il mare si gonfi a tempesta per impedire di navigare, fino a te, il mio veliero, non importa che le brezze del mattino soffino contrarie alla rotta, perché le mie ali sono tenaci come quelle del falco, non importa il luogo, i tuoi capelli e la tua pelle, il suo colore, a me importa soltanto di te, il mio cuore a te anela, come acqua nel deserto rovente, il resto di me lo lascio, volentieri, agli altri con occhi di squalo, voraci nel prendere da me, solo i petali e gettare le spine, il gambo, incapaci di scrutare i miei occhi, profondi come un pozzo, incapaci di farsi ciechi per amore, lasciando solo alle dita di sfiorare il mio cuore.

L'amico dei passeri (a Eleonora)

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Con le mie braccia aperte, resto immobile, in questo campo di sementi, tagliate, a volte passeri vengono e cinguettano le notizie al mio orecchio, ma io resto sempre qui, sempre fermo, ad aspettare te, mentre passi lungo questo campo, la mia vita, sogno il tuo riposo alla mia ombra. Ma tu te ne vai per altri campi, per altre storie, distrattamente attratta da insegne luminose lungo la via deserta, mentre io resto, immobile, ad ascoltare un corvo che gracchia di te

Ombra che danza

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Ruoto intorno, al tuo cuore, tutto il giorno, come ombra che danza alla luce del sole, e per come sono io, non riesco a parlarti e posso solo scrivere versi, sospiri, se mi ami, altrimenti resterò a navigare in queste mie lacrime d'inchiostro, abbracciando la mia unica penna, come timone, tra rotte di una nuova vita.

Esco la mattina

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Esco la mattina, con il fresco, ad osservarti, lassù, poco sotto la luna, all'alba, quando il sole comincia a proiettare in cielo, i suoi raggi. L'ultima stella del mattino, la prima della sera, mi accompagni, tutte le notti, nel mio vagare in questo deserto dell'anima, ma seguendo te io torno, sempre, alla luce.

Grido in silenzio

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Se potessi scendere, soltanto un minuto, da questo cielo, ti porterei una piuma d'angelo in regalo, se potessi scendere, potrei parlarti di Dio come si conviene a un anima bella come te, ma io posso solo salire da queste viscere, profonde, e l'unico regalo che ho sono buio e solitudine silenziosa, e mi nascondo, seduto, nell'angolo buio della stanza, con le ginocchia conficcate nella mia bocca e nessuna parola posso proferire, tranne che il battito del mio cuore, che risuona fin dentro di te, distrattamente sorda.

Io ci sarò

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Io ci sarò, sempre, sotto la quercia che tu sai essermi amica e madre, cantando alla luna e scrivendo i miei versi al bagliore, tenue, di una semplice candela, con la porta del mio cuore aperta, come le braccia di Cristo, in attesa che tu torni a cantare insieme a me.

Non vedi me

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E' vero carissima, siamo soli, come naufraghi in un oceano sconfinato, il nostro cuore. Le avevo aperto le mie finestre per mostrarle il mio mondo ai suoi occhi, ed invece lei è uscita sbattendo la porta, e nemmeno i mie gemiti ed i miei lamenti, marchiati a fuoco sulla carta, sono serviti a mostrare qualcosa di me. Io non posso essere quello che vuoi, io non posso darti ciò che non ho, non sono azzurro, ne tento meno un principe, io sono ….... io, son fatto così, lunghe risate e interminabili silenzi, slanci d'amore e cadute profonde nella mia depressione. E tu che leggi d'un fiato le mie parole, sorridi, che belle, e non le ami, e con esse me. E continuo il mio viaggio, da naufrago, su questa malconcia zattera, una piccola vela, come un foglio di carta fissato a una penna, e il mio cuore che continua a gemere in attesa di te.

Perdono

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Mi hanno afferrato e portato dinanzi un palazzo, “TRIBUNALE”, e sono entrato cercando del giudice vestito di nero, ma una volta dentro ho visto che ero a casa, casa mia, e soltanto mio Padre che mi correva incontro, mentre fuori continuavano a tirare sassi alle finestre gridando A MORTE. Ho pianto molto perché Tu mi avevi perdonato e mio fratello no perché il perdono di Dio è sempre, ed è gratis, quello degli uomini mai.

Una volta avevo......

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Una volta avevo braccia forti con cui aggrapparmi sui picchi del tuo cuore, avevo gambe snelle e forti per saltare, come cervo, tra i sentieri della tua passione, ma adesso non ho altro che un profondo buco nero per riempirmi di te.

La ragazza che bacia

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Questa notte di luna piena, come una lampara solitaria in mezzo al mare, illumina tutta la strada avanti a me e tra le pieghe della notte, ti vedo uscire da un vicolo, avvolta nella tua minigonna nera. Decido di seguirti come il cacciatore segue la preda, cosa facile seguire il tuo profumo che si spande per la via, fino davanti un portone dove attende un giovane amante, e sotto un fascio di quella lampara, come pesci ipnotizzati, fermi appoggiati, affogate in un mare di baci, di gemiti silenziosi. Battono i cuori all'unisono, un solo colpo sparge l'aria fino a me, solo qui a rincorrere chimere impossibili, e me ne vado lasciando voi lì, ed io felice di avere incontrato, anche stasera, l'infinito.

Sulle mura di Avila

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Osservo il volo di uccelli che oltrepassano le mura della cinta, che custodisce il mio cuore, ne scruto le traiettorie, i percorsi arditi e copio il loro volteggiare, il continuo ritornare su uno stesso punto della mia anima, quel pensiero libero che mi ricorda te.

Tavolozza

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Anche se sdraiata nel tuo letto, dipingi tavolozze di vita tra le pieghe del mio cuore, stelle che penetrano la tua finestra, ed io arranco su tre piani di scale e vorrei raggiungere quelle finestre, i tuoi occhi verdi, ma a che serve camminare quando posso volare da te, gettarmi da quelle finestre, e morire sul tuo dipinto, un bacio.

Veglio una voglia

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Veglio una voglia profonda, di te, come una scogliera a picco sul mare, come una cima, superba, e non posso restare a guardare. Giù, perché lanciarmi nel vuoto, è per me vita, è per me un orizzonte in cui volare, a braccia aperte, giù, scendere, rapidamente, come da torrenti in piena, come dal cielo, dopo un salto, e vedere la terra corrermi incontro, aprire le sue zolle e seppellirmi in te.

Namastè

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A me hanno insegnato a pregare a mani giunte, come un abbraccio a Dio, come uno scrigno di me che raccoglie e protegge la perla preziosa. Ma sono rimasto ormai solo, tutti allargano braccia in attesa di che non so, guardano al cielo e non più al proprio cuore. Ma dove credi, figlio, che abiti Dio se non in te? Tu puoi essere scrigno, come un paradiso in terra, o un inferno soffocante. Non lasciarti portare via la tua gemma unica, chiudi le mani e in esse serra il tuo Dio, fallo prigioniero negli abissi del tuo cuore, prigioniero per amore, come amante fugace nella notte della tua vita.

Arcangeli

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Sono nato il 29 settembre, giorno degli angeli più maestosi, arcangeli di Dio, come mio padre come mio nonno. Un intera famiglia, tre generazioni, tre come gli arcangeli. Ma solo l'ultimo è rimasto qui, in terra, ali prigioniere di legacci di carne, a zappare solchi di lacrime, con il cuore, scavo profondo, nel mare della mia vita.

Avrei voluto....

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Avrei voluto stringerti a me, ma tu eri aria e sfuggivi, avrei voluto baciarti le labbra, ma tu eri ghiaccio e ti sei sciolta alla mia passione, avrei voluto sdraiarmi su dite, ma tu eri soltanto acqua e io sono affogato nel tuo mare.

Ma io vivevo

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Ma io vivevo nella pioggia, nel vento delle mie passioni, e volavo alto in cielo, ma ero soltanto un aquilone legato a un filo per il diletto altrui, e mentre credevo di raggiungerti, ero sempre più schiavo degli altri, della terra, e più mi agitavo, lassù, più gli altri ridevano di me, e ho lasciato che ridessero perché le loro risa spezzarono quel filo ed io volai.

Lacrime profonde

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Lacrime dentro, nel profondo, chiuse in uno scrigno, come cavalli selvaggi in un recinto, e sono andato per cavalcare quello più bello, l'amore, ma non sono riuscito, allora ho preso la corda, intrecciata della mia passione, è l'ho legato al tuo cuore.

Filo d'erba

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Sono esile filo d'erba, su un ciglio di strada e protendo verso il cielo, aspetto l'acqua, la mia goccia d'acqua, e nell'attesa continuo a slanciarmi in alto, e spero, credo che tu cada a me, prima che io muoia per te, ma se tu tarderai, allora io sarò tagliato e gettato nel fuoco, e diverrò fumo e ti raggiungerò lassù, in alto nel cielo, e non avrò più bisogno ne di credere ne di sperare, perché saremo uno nell'eternità.

Non staccare petali

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Tu continui a staccare petali dal mio cuore, a contare se ti amo o no, ed io resto immobile, con le mie spine, senza pungerti, ad osservare le stelle nel cielo, mentre la tua mano mi strappa l'anima.

Un amico infame

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Un amico è venuto, oggi, a trovarmi, dopo anni, insomma uno di quelli di cui faresti volentieri a meno, uno scomodo perché sa sempre tutto, uno che inonda le mie giornate di sermoni come un vecchio inquisitore. Erano anni che ero riuscito ad evitarlo, ma oggi tu lo hai riportato a me, qui nel profondo dello stomaco, ed io mi sono di nuovo sentito nella tempesta del mio odio, speravo di avere abbandonato certi marosi di rabbia, ma non è così. Meschino e superbo, allora, mi sono messo seduto, ed ho bevuto con quell'amico scomodo, con me.

Chi sei tu

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Noi, noi insieme, un solo essere, scorrere insieme come l'acqua, un fiume lento, finché non riesco a distinguere te da me, e solo adesso, io ti vedo, chi sei tu per me, tu sei la mia luna, la mia guida, cosa sei tu se non il mio profondo respiro di notte, quell'unico infinito battito del mio cuore, un oceano d'amore.

Il viaggio a casa

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Pioggia, lacrime di cielo, lacrime di Te. Esco fuori, spiaccico pozzanghere di fango, lordando le tue scarpe, quelle belle che mi hai regalato, tanti anni fa, troppi. Vesti bagnate e pelle umida, fredda, brividi profondi, raccontano il mio tradimento, la mia fuga, anni fa. Ed ora sono qui, sotto questo lavacro, le terrazze di mio padre davanti a me, all'orizzonte, e resto fermo, immobile, a guardare e penso che dire, che fare. Ho fatto pensieri lunghi la strada del ritorno, strada impervia, ed ora, non ho più parole, solo sangue da donare, solo amore, il tuo dono prima della mia fuga da Te.

Vieni a prendere il mio calice......

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Vieni a prendere il mio calice, stanotte, e termina di riempirlo di te, e quando sarà colmo, mi getterò da una rupe, e in esso vorrò affogare nella mia passione, in te, come un eterno amplesso infinito.

Quando tornerai...

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Quando tornerai da me, io sarò qui, sulla porta della mia casa, in mezzo alla via posta tra il tempo che fu e lo spazio che sarà, ad aspettare il tuo cuore e la tua anima, come il latte del fanciullo, come ossigeno vitale, io ci sarò, perché fuori dal nostro amarsi sarei naufrago disperso in mari sconosciuti, su isole desertiche, in balia del nulla umano, ecco perché quel giorno sarà domenica, giorno di festa, ed io ci sarò.

L'abbraccio

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Ricordo ancora la prima sera, quando ti ho cinto i fianchi, una sera, sera fresca, e le mie braccia circondavano il tuo corpo il le dita del vischio afferrano un tronco di quercia. Labbra si sfiorano e brividi profondi si mischiano, mentre chiudo gli occhi e sento, ancora oggi, mancare il pavimento sotto i nostri piedi in quell'abbraccio di cuori fusi in un eterno infinito.

Uggia

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Guardo fuori delle mie finestre e fitta la pioggia disegna sbarre in questo spazio tra me e il mondo. Sento il freddo del primo vento dei monti scendere, tra gli alti alberi, come torri, rumoroso come fiume in piena. Chiudo gli occhi e scorro, lungo i brividi della mia pelle, le mie mani e sogno di te, del tempo perduto e di quanto io ti abbia amato, fino a perdermi tra mille rivoli di semplici parole uggiose.

Muovi le tue dita

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Muovi le dita della tua mano, muovile per me, perché io non posso, adesso, non immagini cosa significhi poter toccare un fiore al mattino bagnato da gocce di rugiada, oppure toccare il velluto o accarezzare una donna, una donna bella come te. Ci accorgiamo delle cose belle solo quando è troppo tardi. Amica mia, voglio darti solo un consiglio, goditi davvero, io, invece, adesso voglio soltanto vivere.

Angelo

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Ricordo che da piccolo pensavo di essere un angelo, speciale, con i ricci e le ali nere, ma non occorrono ali per volare, basta aprire il cuore, come un hangar, e permettere all'anima di salire in cielo, lassù, non occorrono rotte, perchè se chiudo gli occhi, divengo infinito, e sono un tutto in tutti.