Io non conosco chi eri, Salvatore, ma conosco chi sei, oggi, stretto in quel cappotto logoro, mi basta guardare i tuoi occhi, blu notte, profondi come il mare, al largo, d'invero. E come il mare mostri poco di te, ma nascondi molto, nei fondali profondi del tuo cuore, ed io resto ad ascoltare le tue parole di vino, parole di solitudine mai sola, perchè in strada non si è mai soli. Tu parli di vita, di amore, di speranza nel domani, negli altri, che di te non gli importa niente, e come un bambino gioco con le tue parole, in esse mi perdo in mondi sconosciuti, sognati nelle notti insonni dei miei pensieri mondani, ed infine resto seduto, ore ed ore, accanto a te, a bere, ad amare chi passa e fugge via, e mi trasfomo in infinito come te.