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Visualizzazione dei post da agosto, 2010

Esco la mattina

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Esco la mattina, con il fresco, ad osservarti, lassù, poco sotto la luna, all'alba, quando il sole comincia a proiettare in cielo, i suoi raggi. L'ultima stella del mattino, la prima della sera, mi accompagni, tutte le notti, nel mio vagare in questo deserto dell'anima, ma seguendo te io torno, sempre, alla luce.

Grido in silenzio

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Se potessi scendere, soltanto un minuto, da questo cielo, ti porterei una piuma d'angelo in regalo, se potessi scendere, potrei parlarti di Dio come si conviene a un anima bella come te, ma io posso solo salire da queste viscere, profonde, e l'unico regalo che ho sono buio e solitudine silenziosa, e mi nascondo, seduto, nell'angolo buio della stanza, con le ginocchia conficcate nella mia bocca e nessuna parola posso proferire, tranne che il battito del mio cuore, che risuona fin dentro di te, distrattamente sorda.

Io ci sarò

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Io ci sarò, sempre, sotto la quercia che tu sai essermi amica e madre, cantando alla luna e scrivendo i miei versi al bagliore, tenue, di una semplice candela, con la porta del mio cuore aperta, come le braccia di Cristo, in attesa che tu torni a cantare insieme a me.

Non vedi me

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E' vero carissima, siamo soli, come naufraghi in un oceano sconfinato, il nostro cuore. Le avevo aperto le mie finestre per mostrarle il mio mondo ai suoi occhi, ed invece lei è uscita sbattendo la porta, e nemmeno i mie gemiti ed i miei lamenti, marchiati a fuoco sulla carta, sono serviti a mostrare qualcosa di me. Io non posso essere quello che vuoi, io non posso darti ciò che non ho, non sono azzurro, ne tento meno un principe, io sono ….... io, son fatto così, lunghe risate e interminabili silenzi, slanci d'amore e cadute profonde nella mia depressione. E tu che leggi d'un fiato le mie parole, sorridi, che belle, e non le ami, e con esse me. E continuo il mio viaggio, da naufrago, su questa malconcia zattera, una piccola vela, come un foglio di carta fissato a una penna, e il mio cuore che continua a gemere in attesa di te.

Perdono

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Mi hanno afferrato e portato dinanzi un palazzo, “TRIBUNALE”, e sono entrato cercando del giudice vestito di nero, ma una volta dentro ho visto che ero a casa, casa mia, e soltanto mio Padre che mi correva incontro, mentre fuori continuavano a tirare sassi alle finestre gridando A MORTE. Ho pianto molto perché Tu mi avevi perdonato e mio fratello no perché il perdono di Dio è sempre, ed è gratis, quello degli uomini mai.

Una volta avevo......

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Una volta avevo braccia forti con cui aggrapparmi sui picchi del tuo cuore, avevo gambe snelle e forti per saltare, come cervo, tra i sentieri della tua passione, ma adesso non ho altro che un profondo buco nero per riempirmi di te.

La ragazza che bacia

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Questa notte di luna piena, come una lampara solitaria in mezzo al mare, illumina tutta la strada avanti a me e tra le pieghe della notte, ti vedo uscire da un vicolo, avvolta nella tua minigonna nera. Decido di seguirti come il cacciatore segue la preda, cosa facile seguire il tuo profumo che si spande per la via, fino davanti un portone dove attende un giovane amante, e sotto un fascio di quella lampara, come pesci ipnotizzati, fermi appoggiati, affogate in un mare di baci, di gemiti silenziosi. Battono i cuori all'unisono, un solo colpo sparge l'aria fino a me, solo qui a rincorrere chimere impossibili, e me ne vado lasciando voi lì, ed io felice di avere incontrato, anche stasera, l'infinito.

Sulle mura di Avila

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Osservo il volo di uccelli che oltrepassano le mura della cinta, che custodisce il mio cuore, ne scruto le traiettorie, i percorsi arditi e copio il loro volteggiare, il continuo ritornare su uno stesso punto della mia anima, quel pensiero libero che mi ricorda te.

Tavolozza

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Anche se sdraiata nel tuo letto, dipingi tavolozze di vita tra le pieghe del mio cuore, stelle che penetrano la tua finestra, ed io arranco su tre piani di scale e vorrei raggiungere quelle finestre, i tuoi occhi verdi, ma a che serve camminare quando posso volare da te, gettarmi da quelle finestre, e morire sul tuo dipinto, un bacio.

Veglio una voglia

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Veglio una voglia profonda, di te, come una scogliera a picco sul mare, come una cima, superba, e non posso restare a guardare. Giù, perché lanciarmi nel vuoto, è per me vita, è per me un orizzonte in cui volare, a braccia aperte, giù, scendere, rapidamente, come da torrenti in piena, come dal cielo, dopo un salto, e vedere la terra corrermi incontro, aprire le sue zolle e seppellirmi in te.

Namastè

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A me hanno insegnato a pregare a mani giunte, come un abbraccio a Dio, come uno scrigno di me che raccoglie e protegge la perla preziosa. Ma sono rimasto ormai solo, tutti allargano braccia in attesa di che non so, guardano al cielo e non più al proprio cuore. Ma dove credi, figlio, che abiti Dio se non in te? Tu puoi essere scrigno, come un paradiso in terra, o un inferno soffocante. Non lasciarti portare via la tua gemma unica, chiudi le mani e in esse serra il tuo Dio, fallo prigioniero negli abissi del tuo cuore, prigioniero per amore, come amante fugace nella notte della tua vita.

Arcangeli

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Sono nato il 29 settembre, giorno degli angeli più maestosi, arcangeli di Dio, come mio padre come mio nonno. Un intera famiglia, tre generazioni, tre come gli arcangeli. Ma solo l'ultimo è rimasto qui, in terra, ali prigioniere di legacci di carne, a zappare solchi di lacrime, con il cuore, scavo profondo, nel mare della mia vita.

Avrei voluto....

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Avrei voluto stringerti a me, ma tu eri aria e sfuggivi, avrei voluto baciarti le labbra, ma tu eri ghiaccio e ti sei sciolta alla mia passione, avrei voluto sdraiarmi su dite, ma tu eri soltanto acqua e io sono affogato nel tuo mare.

Ma io vivevo

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Ma io vivevo nella pioggia, nel vento delle mie passioni, e volavo alto in cielo, ma ero soltanto un aquilone legato a un filo per il diletto altrui, e mentre credevo di raggiungerti, ero sempre più schiavo degli altri, della terra, e più mi agitavo, lassù, più gli altri ridevano di me, e ho lasciato che ridessero perché le loro risa spezzarono quel filo ed io volai.

Lacrime profonde

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Lacrime dentro, nel profondo, chiuse in uno scrigno, come cavalli selvaggi in un recinto, e sono andato per cavalcare quello più bello, l'amore, ma non sono riuscito, allora ho preso la corda, intrecciata della mia passione, è l'ho legato al tuo cuore.

Filo d'erba

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Sono esile filo d'erba, su un ciglio di strada e protendo verso il cielo, aspetto l'acqua, la mia goccia d'acqua, e nell'attesa continuo a slanciarmi in alto, e spero, credo che tu cada a me, prima che io muoia per te, ma se tu tarderai, allora io sarò tagliato e gettato nel fuoco, e diverrò fumo e ti raggiungerò lassù, in alto nel cielo, e non avrò più bisogno ne di credere ne di sperare, perché saremo uno nell'eternità.

Non staccare petali

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Tu continui a staccare petali dal mio cuore, a contare se ti amo o no, ed io resto immobile, con le mie spine, senza pungerti, ad osservare le stelle nel cielo, mentre la tua mano mi strappa l'anima.

Un amico infame

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Un amico è venuto, oggi, a trovarmi, dopo anni, insomma uno di quelli di cui faresti volentieri a meno, uno scomodo perché sa sempre tutto, uno che inonda le mie giornate di sermoni come un vecchio inquisitore. Erano anni che ero riuscito ad evitarlo, ma oggi tu lo hai riportato a me, qui nel profondo dello stomaco, ed io mi sono di nuovo sentito nella tempesta del mio odio, speravo di avere abbandonato certi marosi di rabbia, ma non è così. Meschino e superbo, allora, mi sono messo seduto, ed ho bevuto con quell'amico scomodo, con me.

Chi sei tu

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Noi, noi insieme, un solo essere, scorrere insieme come l'acqua, un fiume lento, finché non riesco a distinguere te da me, e solo adesso, io ti vedo, chi sei tu per me, tu sei la mia luna, la mia guida, cosa sei tu se non il mio profondo respiro di notte, quell'unico infinito battito del mio cuore, un oceano d'amore.

Il viaggio a casa

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Pioggia, lacrime di cielo, lacrime di Te. Esco fuori, spiaccico pozzanghere di fango, lordando le tue scarpe, quelle belle che mi hai regalato, tanti anni fa, troppi. Vesti bagnate e pelle umida, fredda, brividi profondi, raccontano il mio tradimento, la mia fuga, anni fa. Ed ora sono qui, sotto questo lavacro, le terrazze di mio padre davanti a me, all'orizzonte, e resto fermo, immobile, a guardare e penso che dire, che fare. Ho fatto pensieri lunghi la strada del ritorno, strada impervia, ed ora, non ho più parole, solo sangue da donare, solo amore, il tuo dono prima della mia fuga da Te.

Vieni a prendere il mio calice......

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Vieni a prendere il mio calice, stanotte, e termina di riempirlo di te, e quando sarà colmo, mi getterò da una rupe, e in esso vorrò affogare nella mia passione, in te, come un eterno amplesso infinito.

Quando tornerai...

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Quando tornerai da me, io sarò qui, sulla porta della mia casa, in mezzo alla via posta tra il tempo che fu e lo spazio che sarà, ad aspettare il tuo cuore e la tua anima, come il latte del fanciullo, come ossigeno vitale, io ci sarò, perché fuori dal nostro amarsi sarei naufrago disperso in mari sconosciuti, su isole desertiche, in balia del nulla umano, ecco perché quel giorno sarà domenica, giorno di festa, ed io ci sarò.

L'abbraccio

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Ricordo ancora la prima sera, quando ti ho cinto i fianchi, una sera, sera fresca, e le mie braccia circondavano il tuo corpo il le dita del vischio afferrano un tronco di quercia. Labbra si sfiorano e brividi profondi si mischiano, mentre chiudo gli occhi e sento, ancora oggi, mancare il pavimento sotto i nostri piedi in quell'abbraccio di cuori fusi in un eterno infinito.

Uggia

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Guardo fuori delle mie finestre e fitta la pioggia disegna sbarre in questo spazio tra me e il mondo. Sento il freddo del primo vento dei monti scendere, tra gli alti alberi, come torri, rumoroso come fiume in piena. Chiudo gli occhi e scorro, lungo i brividi della mia pelle, le mie mani e sogno di te, del tempo perduto e di quanto io ti abbia amato, fino a perdermi tra mille rivoli di semplici parole uggiose.

Muovi le tue dita

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Muovi le dita della tua mano, muovile per me, perché io non posso, adesso, non immagini cosa significhi poter toccare un fiore al mattino bagnato da gocce di rugiada, oppure toccare il velluto o accarezzare una donna, una donna bella come te. Ci accorgiamo delle cose belle solo quando è troppo tardi. Amica mia, voglio darti solo un consiglio, goditi davvero, io, invece, adesso voglio soltanto vivere.

Angelo

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Ricordo che da piccolo pensavo di essere un angelo, speciale, con i ricci e le ali nere, ma non occorrono ali per volare, basta aprire il cuore, come un hangar, e permettere all'anima di salire in cielo, lassù, non occorrono rotte, perchè se chiudo gli occhi, divengo infinito, e sono un tutto in tutti.

Attese speranze

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Parole crude che separano come lame nella carne, carezze mancate che feriscono più di cento frustate, baci mai dati, fuori tempo massimo, nonostante labbra umide, giorni mai nati o falsi, sono quotidianità nell'attesa speranza di un semplice incontro d'amanti.

Desideri

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I desideri sono fanciulli che corrono, dispettosi, tra le pieghe di ricordi, gridano e tirano in ogni direzione, come vento dispettoso. I desideri sono stelle lucenti, la notte, si fissano alti nel cielo e tu puoi solo osservarli, ma senza toccare. I desideri sono parole scritte in bottiglie, vuote, e affidate al mare la mattina presto, possono raggiungere lidi sconosciuti e conquistare amori lontani. I desideri sono lucciole notturne illuminano la via nelle notti buie, quando soli vaghiamo nel cuore, indicano vie misteriose per il prezioso scrigno ricolmo di te.

Io ho una finestra

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Io ho una finestra che nasconde il mio mondo, profondo, nessuno vede attraverso di lei, nessuno ha occhi capaci di fermarsi dentro al vetro e, come cristallo, scrutare al sole il mio cuore. Io ho una finestra, dietro al mio letto, nascosta, come scrigno prezioso ricolmo di gemme, i miei sogni di bambino, ancora intatti, come infiniti sospiri d'amore e sussurri silenziosi di amici lontani. Io ho una finestra, qui, al centro del mio petto, fatta di carne malferma e di ossa rotte, troppe volte il vento degli altri l'ha divelta, troppe volte l'odio l'ha scardinata per fini diversi, ed ora restano soltanto ante vecchie e malamente incollate tra loro a ricordare a te quanto amore mi hai rubato.

Salvatore

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Io non conosco chi eri, Salvatore, ma conosco chi sei, oggi, stretto in quel cappotto logoro, mi basta guardare i tuoi occhi, blu notte, profondi come il mare, al largo, d'invero. E come il mare mostri poco di te, ma nascondi molto, nei fondali profondi del tuo cuore, ed io resto ad ascoltare le tue parole di vino, parole di solitudine mai sola, perchè in strada non si è mai soli. Tu parli di vita, di amore, di speranza nel domani, negli altri, che di te non gli importa niente, e come un bambino gioco con le tue parole, in esse mi perdo in mondi sconosciuti, sognati nelle notti insonni dei miei pensieri mondani, ed infine resto seduto, ore ed ore, accanto a te, a bere, ad amare chi passa e fugge via, e mi trasfomo in infinito come te.

Ho voglia di te

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Ho voglia di ridere, ho voglia di ballare, di saltare sulla sedia,di pogare. Ho voglia di bere, ho voglia di festa, di compagnia, insieme. Ho voglia di gridare, ho voglia di amare, di donna, di amplesso, di sesso. Ho voglia di salire su un monte e, scrutando le stelle, sentire soltanto il tuo respiro che scivola sul mio collo, sorvolando mille brividi del mio cuore.

Non lasciarmi.

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Non lasciarmi andare lontano da te non permettere che parta, che fugga il mio cuore lontano da te. Per mari e per monti, inseguilo, afferralo e abbraccialo, tienilo stretto, o morirà. Ma tu non lasciarmi andare via, via dal nostro amore eterno, dall'infinito del cielo, in questo oceano di baci, questa notte. Non voglio andare via perchè altri porti non ho, non conosco altre rotte, solo la scia che lascia, tra le onde, il tuo respiro.

Musa appassionata

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Musa, Mia musa, principessa del mio cuore... oggi son triste, perchè la mia voce cade nel vuoto, il tuo udito è nascosto tra mille altre voci, ed io son qui, solo, a scrivere versi cantati al cielo, compagno di falchi e di gufi e di cicale chiassose. Regina del mio cuore, regina nascosta agli occhi del mondo, cerco di te la notte, quando la mia anima vaga, assettata di un appassionato bacio e di poche carezze, scruto in silenzio dalle tue finestre il tuo corpo riposare, e vorrei essere lì, ma non posso, catene di ferro mi legano altrove, in caverne montane. Posso solo gridare più forte in silenzio il mio ardore e il mio fuoco, affidarlo alla luna, compagna fedele di queste notti desertiche.

Apro porte

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Apro porte d'amore, varco soglie di dolore, croci pesanti, un fremito, un sussulto raggiunge la mia anima, e resto seduto, fermo, e scruto il tuo mondo, un' infinito di luce, che ferma il mio cuore, come estasi di un amplesso Divino.

Batteva il cuore

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Batteva forte il mio cuore per Te, ma stanotte si è fermato, stanco, di inseguire l'amato, e tu, tenero amante, lo hai colto come fiore di campo, lo hai bagnato con le tue lacrime, lo hai concimato con le tue parole, dolci di miele, ed ora, il mio dolce cuore, batte più forte per Te, Amore.

Unica stella

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Unica stella nel rosso cielo al tramonto, rosso cielo al tramonto come la mia passione, la mia passione per tutto di te, amore, per tutto di te, amore, brillerà il mio cuore, brillerà il mio cuore in alto nel cielo, alto nel cielo come quell'unica stella.