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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

Cerco poesia in me

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Chi legge la mia storia ormai, in questo mondo, perduto, fatto di impalpabili menzogne, nessuno usa più una penna, la carta, ma tutto è affidato all'aria, che tutto trasporta, che tutto cancella, inesorabilmente. Mi nascondo, reietta, in alcuni cuori puri, nelle loro piaghe sanguinanti, segnate profonde dal dolore nella loro anima, sgualcita da tutto e dagli uomini. Io sono la poesia, sentimento e silenzio, passione e morte, resurrezione dell'anima e dell'universo, nulla è fecondo senza me, la mia timida luce dirompe dal tempo che fù, desolata in questo angolo, buio, di una libreria, con la mia carta ingiallita e le parole ormai dimenticate.

Vuoto a perdere

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Non siamo vuoti a perdere, ma come tali viviamo, ripieni d'inganni fasulli ammiriamo un futuro che non c'è, dimentichi dell'oggi ricolmo di fiori, come campo a primavera. Non siamo vuoti a perdere, ma come tali dobbiamo diventare, e come tali saremo, ricolmi da conservare nell'infinito del tempo, “fatti capacità, ed Io mi farò torrente”, ma come tale può travolgere gli ultimi ostacoli, o fermarsi alla soglia del nostro cuore e deviare il suo corso, lontano. Ed ho preteso e presunto di saperti, di conoscerti, ed invece ero cieco e sordo, e come tale tasto l'aria con il mio cuore.

Amore oltre

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C'è chi vive di incubi del passato, prigionieri in altro sé, e come ombre che seguono, scambiano e ruotano, introno al cuore, a volte si scorciano, altra si allungano, e se guardi su, spariscono. Affranti sono i miei occhi di inseguire, inutili chimere, impalpabili ombre, di un sogno perduto, allungo il mio sguardo oltre il mio naso e mi protendo al domani solcando onde nuove.

Bevendo da Theis (all'Irish Pub - Firenze)

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Seduto scruto la linea del bancone, di legno, che si perde nella prospettiva irta di ostacoli, pinte e boccali, e che corri tra gli angoli di confine e ridi e passi, oltre l'ostacolo, piccoli sogni neri in cui ognuno si perde, in cui ognuno ritrova la sua fanciullezza, e ti ascolto, in silenzio, parlare la lingua antica dei miei padri, mentre io chiudo gli occhi e in essa mi perdo in lontani ricordi, in perduti sogni nel mio sangue di Cork, che zampilla dal mio profondo cuore in esilio.

Marcello chiede scusa

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Marcello chiede scusa a coloro che incontra, quando cade sulle sue malferme gambe, quando rovescia un bicchiere con le sue mani deformate. Marcello chiede scusa e non alza mai la voce, mai lo sguardo, i suoi occhi sono piantati a terra e, con fatica, a volte, osserva il cielo. Marcello ed io ci siamo incontrati una sola volta, purtroppo, sul ciglio di una via dopo l'ennesima caduta, io ero imbarazzato ma lui mi ha chiamato amico chiedendomi scusa. Marcello è il mio amico, il mio amico down, ma quando mi ha abbracciato lo ha fatto da vero amico chiedendo scusa per la pipì sui pantaloni.

1 Maggio (“Misericordia, non sacrificio.....”)

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Una Domanda perseguita, come un delirio, la mia mente, cosa vuol dire avere Fede? Resto spesso fermo, immobile, tra la gente che cammina, intorno a me, in silenzio in mezzo alle grida. Fede è colui che si abbandona ciecamente, o colui che persevera su un sentiero incerto nella notte? Verità è certezza o dubbio vissuto quotidianamente? Chi alimenti chi? O cosa? 1 Maggio festa della Miseridordia, festa di Beltane, parole umane per la festa della Luce, mentre accarezzo con la mia schiena la terra, che mi solletica con l'erba, ammiro una quercia, immensa, che si staglia nel cielo, che mi indica il sole che scalda il mio intenso freddo, dentro. Come Francesco io amo la terra, il suo profumo i suoi insegnamenti di vita, la Vita, una e unica, cosmica, come il nostro essere e vivere, molte parole, troppa legge, senza senso, solo un universo farcito di affanni umani sterili della Verità, dell'unica legge, l'Amore. Giovanni Giuseppe Vannini