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Il brusio dei salici la notte

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Notte di veglia questa, l'ennesima, e non l'ultima, l'occhio sopito al buio cela al mondo il nostro mormorio d'amore, come brusio di salici al vento, tu passeggi dentro me, mentre, correndo, calpesto i tuoi passi sul mio cuore.

Tra le pieghe di ogni cuore

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Guardo dentro gli occhi della gente, ma non trovo te, sento tra le pieghe di ogni cuore un sussurro, una domanda, chi sono io per te, un gesso cancellato sulla lavagna, che il torrente del mondo non cancella, e alla luce del tuo amore posso seguire le tue orme e perdermi in ogni piega di ciascun cuore.

Lacrime

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Sospiro lieve in un vuoto che urla, ricolmo di acque salate. Lacrime.

Nei tuoi occhi

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Mille frammenti di luna riflessi, come spine sul mio cuore, affidate al tuo respiro e sparse come semi fertili sulla terra, lacrime che inondano il cielo e cadono giù nel profondo, partoriscono nel buio amori eterni.

Il Fanciullino

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Bagliori di vita tra le pieghe, mosse, di una culla travasano un oceano infinito, nella mia anima, che si colma di Te e del tuo profumo, in questa notte insonne, vorrei afferrarti e baciare le tue ferite, ma il tuo respiro lento mi trattiene dall'imprimerti sul mio petto come rosa tatuata.

Leggendo Teresa........

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Apnea in oceani profondi e mai finiti, inebriato dal profumo della tua presenza in me, brucio al calore del tuo amore, posto tra le pieghe del mio cuore, dono gratuito e non meritato, posso solo, tacendo, annegare in Te.

Cerco poesia in me

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Chi legge la mia storia ormai, in questo mondo, perduto, fatto di impalpabili menzogne, nessuno usa più una penna, la carta, ma tutto è affidato all'aria, che tutto trasporta, che tutto cancella, inesorabilmente. Mi nascondo, reietta, in alcuni cuori puri, nelle loro piaghe sanguinanti, segnate profonde dal dolore nella loro anima, sgualcita da tutto e dagli uomini. Io sono la poesia, sentimento e silenzio, passione e morte, resurrezione dell'anima e dell'universo, nulla è fecondo senza me, la mia timida luce dirompe dal tempo che fù, desolata in questo angolo, buio, di una libreria, con la mia carta ingiallita e le parole ormai dimenticate.

Vuoto a perdere

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Non siamo vuoti a perdere, ma come tali viviamo, ripieni d'inganni fasulli ammiriamo un futuro che non c'è, dimentichi dell'oggi ricolmo di fiori, come campo a primavera. Non siamo vuoti a perdere, ma come tali dobbiamo diventare, e come tali saremo, ricolmi da conservare nell'infinito del tempo, “fatti capacità, ed Io mi farò torrente”, ma come tale può travolgere gli ultimi ostacoli, o fermarsi alla soglia del nostro cuore e deviare il suo corso, lontano. Ed ho preteso e presunto di saperti, di conoscerti, ed invece ero cieco e sordo, e come tale tasto l'aria con il mio cuore.

Amore oltre

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C'è chi vive di incubi del passato, prigionieri in altro sé, e come ombre che seguono, scambiano e ruotano, introno al cuore, a volte si scorciano, altra si allungano, e se guardi su, spariscono. Affranti sono i miei occhi di inseguire, inutili chimere, impalpabili ombre, di un sogno perduto, allungo il mio sguardo oltre il mio naso e mi protendo al domani solcando onde nuove.

Bevendo da Theis (all'Irish Pub - Firenze)

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Seduto scruto la linea del bancone, di legno, che si perde nella prospettiva irta di ostacoli, pinte e boccali, e che corri tra gli angoli di confine e ridi e passi, oltre l'ostacolo, piccoli sogni neri in cui ognuno si perde, in cui ognuno ritrova la sua fanciullezza, e ti ascolto, in silenzio, parlare la lingua antica dei miei padri, mentre io chiudo gli occhi e in essa mi perdo in lontani ricordi, in perduti sogni nel mio sangue di Cork, che zampilla dal mio profondo cuore in esilio.

Marcello chiede scusa

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Marcello chiede scusa a coloro che incontra, quando cade sulle sue malferme gambe, quando rovescia un bicchiere con le sue mani deformate. Marcello chiede scusa e non alza mai la voce, mai lo sguardo, i suoi occhi sono piantati a terra e, con fatica, a volte, osserva il cielo. Marcello ed io ci siamo incontrati una sola volta, purtroppo, sul ciglio di una via dopo l'ennesima caduta, io ero imbarazzato ma lui mi ha chiamato amico chiedendomi scusa. Marcello è il mio amico, il mio amico down, ma quando mi ha abbracciato lo ha fatto da vero amico chiedendo scusa per la pipì sui pantaloni.

1 Maggio (“Misericordia, non sacrificio.....”)

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Una Domanda perseguita, come un delirio, la mia mente, cosa vuol dire avere Fede? Resto spesso fermo, immobile, tra la gente che cammina, intorno a me, in silenzio in mezzo alle grida. Fede è colui che si abbandona ciecamente, o colui che persevera su un sentiero incerto nella notte? Verità è certezza o dubbio vissuto quotidianamente? Chi alimenti chi? O cosa? 1 Maggio festa della Miseridordia, festa di Beltane, parole umane per la festa della Luce, mentre accarezzo con la mia schiena la terra, che mi solletica con l'erba, ammiro una quercia, immensa, che si staglia nel cielo, che mi indica il sole che scalda il mio intenso freddo, dentro. Come Francesco io amo la terra, il suo profumo i suoi insegnamenti di vita, la Vita, una e unica, cosmica, come il nostro essere e vivere, molte parole, troppa legge, senza senso, solo un universo farcito di affanni umani sterili della Verità, dell'unica legge, l'Amore. Giovanni Giuseppe Vannini

Passio (SOLO)

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Solo tra tanta gente che mi osserva scrutando con disprezzo, cerco volti amici, conoscenti, ma non ne scorgo vicini, nemmeno lontani, poi d'un tratto, in fondo a quel mare di sguardi, ecco gli occhi lucenti di mia madre, come fari nella notte buia, che guidano i passi dell'amante incontro all'amato.

Passio (IL CAMPO)

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Luminosa notte di luna è questa, l'erba che brilla alla sua luce rivela un mare di gocce di rugiada che bagnano le guance di me che resto sdraiato schiacciato dalla volontà del Padre mio, e si mischiano le lacrime della terra alla mia e tutto è un lavacro d'amore per te.

Passio (LA CENA)

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E' quest'ultimo boccone di pane, amaro come qualunque tradimento, difficile da accettare, da digerire, su cui costruire il mio Amore, il mio perdono. Mi abbracci e mi baci mentre, il tuo cuore, conta spiccioli d'argento. Ed io, Signore, cammino nelle mie notti, profonde come il mare, accompagnato dal tintinnio dei mie tradimenti, e ognuno di essi è fissato, da chiodi, sulla tua carne innocente. Forgiavo spade di parole, innalzavo oracoli di giuramenti, ma sotto quel canto di gallo è naufragato il mio orgoglio.

La cena

E' quest'ultimo boccone di pane, amaro come qualunque tradimento, difficile da accettare, da digerire, su cui costruire il mio Amore, il mio perdono. Mi abbracci e mi baci mentre, il tuo cuore, conta spiccioli d'argento. Ed io, Signore, cammino nelle mie notti, profonde come il mare, accompagnato dal tintinnio dei mie tradimenti, e ognuno di essi è fissato, da chiodi, sulla tua carne innocente. Forgiavo spade di parole, innalzavo oracoli di giuramenti, ma sotto quel canto di gallo è naufragato il mio orgoglio.

PASSIO (prologo)

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Quante crepe ha il mio palazzo, polvere caduta a terra sotto i colpi, rimbombanti, del mio Amante, alla porta del mio cuore. Quante crepe ha la mia vita, mista a orgoglio e superbia e stretta come una noce a Natale, tra le mani di Colui da cui non voglio fuggire. Dopo tanto camminare sono sempre su quella stessa rupe, osservando l'abisso e la scogliera, in bilico tra la morte e Te.

Inestinguibile

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Petali di ciliegio volano davanti i miei occhi disegnando i turbini di vento, impetuoso, come questo fuoco che divampa al profumo della tua presenza. Veglio la notte in questo inestinguibile braciere senza tempo, che consuma la mia carne, violentato nel profondo dall'illogica passione dell'amante, felice di sentirmi amato per sempre.

Nel giorno di San Patrizio

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Straniero in terra straniera a casa mia, nel deserto affollato della mia casa, vuota, mi sono perso, ritrovato, nell'oceano profondo dei tuoi occhi misericordiosi, veglio, anche questa notte, nelle stanze della tua casa, nel silenzio interrotto dall'eco dei tuoi palpiti d'amore, che odo, stretto tra le tue braccia, come mille bodran a festa, tra danze celtiche e cornamuse, abbasso lo sguardo al cuore e vedo solo Te nel mio cielo stellato.

Le Sante nozze

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Esco senza preavviso al tuo invito, giunto come dardo notturno, piantato profondo nella mia anima, come pungolo perenne, come fonte di passione, di sangue, versato nei fiumi profondi di sofferenza, di solitudine. Alzo gli occhi al cielo, buio, e scruto tra le stelle come piccoli strappi dell'infinito, in cui cercare brandelli di Te, ma solo il tuo profumo di ambra, come brezza soffice, si getta nelle mie narici avide, e le mie mani protese anelano ancora un ultimo bacio della tua bocca, in cui perdermi per sempre.